In arrivo brutte notizie per le categorie che attendono i rinnovi del contratto nazionale di lavoro

Non è stato positivo per i sindacati l’incontro che si è tenuto la scorsa settimana a Roma tra il ministro della funzione pubblica Zangrillo e le sigle sindacali. L’incontro è nato per discutere tra gli altri argomenti die rinnovi dei contratti collettivi dei vari comparti. Infatti, i rinnovi recenti sono stati firmati con un ritardo di tre anni.
I rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Cgs, Cida, Cisal, Codirp, Confdas, Confedir, Confsal, Cosmed, Cse, Usb non sono rimasti soddisfatti dell’incontro ed hanno annunciato una cattiva notizia per i tanti dipendenti pubblici che attendono il rinnovo del contratto. Infatti, per tutto il 2023 non sono previsti rinnovi contrattuali.
Statali, niente rinnovi nel 2023

Il segretario della Uil Bombardieri si è fatto portavoce ed ha annunciato che gli stipendi non corrispondono all’inflazione in atto che ha fatto perdere in media almeno il 10 per cento del potere di acquisto ai lavoratori. Inoltre, mancano gli incentivi per la formazione e l’aggiornamento.
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Infine, il segretario e anche gli altri sindacati ricordano che sono in uscita circa 450.000 dipendenti pubblici nel 2023 per i pensionamenti ma sono previste 150.000 assunzioni. Il tutto graverà sui lavoratori in servizio. Altro tema toccato dai rappresentanti sindacali riguarda i pagamewnti in ritardo del tfr ai dipendenti pubblici che vanno in pensione.
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I ritardi sono notevoli. Si parla di mesi e mesi. I quattro comparti interessati al rinnovo perché hanno i contratti scaduti sono Enti locali, Sanità, Istruzione e Ricerca. All’incontro hanno partecipato anche i segretari generali della Cisl, Luigi Sbarra, e della Uil, PierPaolo Bombardieri, e, per la Cgil, la segretaria confederale Tania Scacchetti.
Il ministreo Zangrillo ha ricordato che sono stati investiti molti soldi nella crisi energetica e che per ora le risorse per i rinnovi che vanno dal 2022 al 2024 non ci sono. Ultimo tema toccato dai sindacati è il settore della vigilanza in cui le ditte private che vincono i bandi spesso non applicano i contratti di categoria.