L’accordo porterà un sostanzioso aumento dello stipendio a questi lavoratori, i quali riceveranno anche gli arretrati. Vediamo i dettagli

In Italia, si sente spesso parlare di cambiamenti e rinnovamenti della Pubblica Amministrazione. Non solo restyling sul fronte tecnologico a beneficio degli iter burocratici e del miglioramento riguardante il rapporto con i cittadini, innanzitutto; vi è un’altra declinazione della questione che non manca di essere al centro del dibattito all’interno dell’apparato statale: riguarda, in fondo, la componente davvero protagonista della vita statale, il dipendente pubblico.
Talvolta una figura bistratta, non riceve la giusta considerazione (o almeno quella obiettiva) nei termini generali dell’opinione pubblica e spesso è relegata a luoghi comuni kafkiani. Concretamente è dall’esercito delle migliaia di dipendenti pubblici, di qualsiasi ruolo e grado, che l’amministrazione realizza la sua fisiologica evoluzione dei tempi, il suo sviluppo nella capacità di essere vicina alle necessità dei cittadini.
Busta paga, chi sono i beneficiari degli aumenti?

È proprio dei dipendenti pubblici di cui si vuole parlare perché sono ora al centro di una notizia assolutamente positiva. Sappiamo notoriamente che la macchina burocratica, quasi per sua definizione, procede a passi tutt’altro che rapidi, e questo perché si individua in quello del personale, il settore dove le politiche di gestione non incidono a sufficienza. Si decide pertanto agire, di solito, sotto due aspetti, simultaneamente o su uno dei due: il numero dei dipendenti e gli stipendi.
Circa la platea dei dipendenti, sappiamo quanto gravi la difficoltà di turnover del personale o l’inserimento di nuove figure professionali all’interno degli apparati istituzionali e dunque l’uscita di un nuovo bando. Altrimenti, il consolidamento delle garanzie sindacali e in generale delle linee di responsabilità, passano inevitabilmente sul fronte delle retribuzioni, quando è favorito dallo sgancio di nuove risorse finanziarie.
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Stanno dunque arrivando aumenti mensili e il recupero degli arretrati destinati a circa 225mila statali. Grazie a un primo accordo sottoscritto tra l’ARAN – l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche amministrazioni – e i sindacati il 21 dicembre scorso, sotto il beneplacito della Corte dei conti, viene rinnovato il contratto per il comparto Funzioni centrali.
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Sono coinvolti ministeri agenzie fiscali ed enti non economici, come INPS e INAIL: sono previsti per loro dipendenti aumenti fino a 117 euro in più sulla busta paga. Essi variano per ruolo e all’inquadramento del lavoratore: si tratta di 105 euro medi per 13 mesi, più un beneficio equivalente ad altri 20 euro medi mensili; 117 euro lordi, alla fascia degli assistenti amministrativi. Riguardando l’inquadramento per il triennio 2019-2021, il contratto dà via libera dunque agli arretrati, tra 1.300 euro e i 2.600 euro lordi a seconda dei profili. Il tutto, con molta probabilità, già dal prossimo giugno.