Secondo Nomisma la tracciabilità di un prodotto è essenziale per combattere la contraffazione del made in Italy

Dalla seconda edizione di Osservatorio Out of the box di Nomisma e Glaxi emerge il ruolo che il packaging può avere per contrastare la contraffazione e difendere il made in Italy

Foto Elaine Casap Unsplash

Sulle confezioni sempre più spesso viene raccontato il prodotto come storia, a fini di marketing ovviamente ma anche come mezzo per dare ai consumatori un sistema di garanzie riguardo la qualità. Una qualità che parte dalla tracciabilità.

Ed è grazie alla tracciabilità, questo emerge dall’incontro dell’Osservatorio tenutosi nel corso di dicembre, che si può contrastare la contraffazione e il falso. Perchè come spiegato da Roberta Gabrielli, Project Manager di Nomisma, se non c’è tracciabilità “si crea lo spazio per la contraffazione, un grave reato economico che danneggia l’economia mondiale, le imprese e i singoli Paesi“.

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In Italia prendendo i dati del 2013, e confrontandoli con quelli del 2016 si nota un trend in forte crescita: il valore delle merci contraffatte è passato da 10,4 miliardi di euro a 12,4 miliardi di euro. In particolare è l’abbigliamento a essere oggetto di contraffazione, seguito da elettronica di consumo e agrifood. Ma gli italiani sono davvero così pronti a comprare falsi? A quanto pare no, dato che più della metà degli acquisti è fatta in buona fede. C’è quindi non un problema di legalità di chi compra, ma di comunicazione e tracciabilità nei prodotti stessi.

Una soluzione secondo Gabrielli potrebbe essere sfruttare la tecnologia blockchain: “L’Italia è il sesto Paese al Mondo per iniziative di blockchain, con un valore complessivo di 23 miliardi; ma di questi processi di blockchain, l’agrifood copre solo il 7% dei casi. Considerando tutte le eccellenze di questo settore, è un aspetto che andrà certamente implementato e potrà registrare una crescita nel prossimo futuro“.

Gli strumenti digitali possono quindi aiutare i consumatori a instaurare un dialogo, benchè a distanza e in differita, con i produttori che possono a loro volta sfruttare elementi da inserire sul packaging proprio per aprire questo dialogo sul made in Italy e aumentare la fiducia nei prodotti autentici, fornendo ai consumatori anche strumenti per riconoscere un prodotto falso.

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