Pensioni, alcuni casi in cui l’importo dell’assegno può aumentare

Esistono dei casi in cui la pensione di un contribuente può subire degli aumenti, come ad esempio quando si decide di far valere i diritti inespressi. 

Dopo la cancellazione di Quota 100 da parte del governo, una riforma del sistema previdenziale diventa sempre più indispensabile. E non mancano inoltre gli allarmi su un possibile taglio degli assegni pensionistici che potrebbe avvenire il prossimo anno a causa della crisi economica scatenata dal coronavirus.

Esistono alcuni casi in cui i contribuenti possono avere la possibilità di aumentare l’importo della prestazione pensionistica che percepiscono. Un modo ad esempio, è quello di far valere i cosiddetti diritti inespressi, che vengono accordati al raggiungimento di determinati requisiti. Uno di questi ad esempio è il diritto inespresso alla quattordicesima mensilità che consiste in una maggiorazione dell’assegno che viene corrisposta ai pensionati che hanno raggiunto i 64 anni di età hanno dichiarato un reddito inferiore al limite fissato annualmente dall’Inps. 

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Pensioni, diritti inespressi e assegni familiari

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Inoltre, i pensionati che hanno maturato dei contributi da lavoro dipendente possono anche presentare richiesta per ottenere l’assegno familiare nel caso in cui facciano parte di un nucleo familiare che rispetta i requisiti richiesti. Esistono poi i diritti inespressi che riguardano degli errori fatti dallo Stato e dall’Istituto di Previdenza nel calcolo degli importi. Situazioni che accadono più spesso di quanto si pensa e a cui il contribuente deve prestare particolare attenzione, in quanto spesso si può ottenere indietro la somma che è stata ingiustamente sottratta soltanto attraverso un’apposita domanda che imponga all’Istituto la verifica e il ricalcolo dell’importo.

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