Nel nuovo Decreto Ristori Ter, sono stati inseriti aiuti economici fino al 400 per cento destinate alle imprese che operano nella zona arancione e rossa.
Nel nuovo Decreto Ristori Ter, il governo ha inserito dei nuovi aiuti economici destinati alle imprese, per sostenere economicamente le categorie professionali costrette alla chiusura,o a una limitazione dell’attività, dalle nuove misure restrittive per il contenimento del coronavirus.
Questi aiuti, sono riservati alle aziende che hanno un ricavo annuo inferiore a 50 milioni e che possono dimostrare di aver subito perdite per un valore pari al 33 per cento del fatturato.
Per le imprese che sono entrate recentemente in zona rossa e arancione, l’esecutivo ha stanziato circa un miliardo e mezzo di euro mentre altri quattrocento milioni verranno erogati dai comuni attraverso dei buoni spese, per una spesa per singolo beneficiario che varia dai 300 ai 500 euro. Il bonus inoltre, verrà maggiorato in base al settore commerciale di appartenenza e la somma spettante, sarà erogata dall’Agenzia delle Entrate direttamente sull’Iban indicato dal contribuente.
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Decreto Ristori Ter, aiuti alle imprese: requisiti e agevolazioni fiscali

Le risorse, come spiegato in precedenza, vengono diversificate in percentuale in base al comparto economico di provenienza e sono così distribuite:
- 400 per cento alle discoteche
- 150 per cento ad alberghi, pasticcerie, bar e galaterie
- 200 per cento ristoranti, palestre, piscine, teatri e cinema
- 200 per cento negozi di calzature
Per queste attività sono inoltre previste alcune agevolazioni fiscali:
- sospensione del pagamento dell’IVA
- cancellazione della seconda rata IMU
- sospensione del versamento dei contributi INps
- concessione di un credito d’imposta fino a tre mesi del 60 per cento degli affitti a scopo commerciale
A fronte di queste nuove misure per aiutare il tessuto produttivo, l’Agenzia delle Entrate si riserva di effettuare dei controlli più serrati rispetto al passato, per verificare la regolarità dei requisiti che danno diritto ai contributi. Bisogna poi essere titolari di una partita Iva aperta in una data antecedente a quella del 25 Ottobre 2020. Il Codice ATECO inoltre, deve essere dell’attività commerciale prevalente.
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