La dichiarazione dei redditi precompilata, inizialmente introdotta dal governo Renzi e accolta con non poco scetticismo da parte dell’opinione pubblica, anno dopo anno si sta rivelando un esperimento riuscito. Ogni anno che passa, infatti, i dati ci dicono che tale strumento funziona meglio dell’anno precedente, e che anche i contribuenti vi si stanno approcciando con un occhio via via meno pregiudizievole.
Anche quest’anno, infatti, sembra proprio che il 730 precompilato si sia rivelato un successo. Nelle prime sei ore di messa in disponibilità del modello sui canali online, ci sono stati 218mila accessi contro i 150mila dello scorso anno. Tra l’altro da quest’anno, come abbiamo spiegato ieri, sarà possibile per i contribuenti sapere come lo Stato ha speso le imposte dell’esercizio precedente, e quindi quanti soldi sono stati destinati per esempio alla difesa, quanti all’istruzione, quanti alla scuola, quanti al sociale, e così via.
Mentre parecchi italiani hanno già cominciato a scaricare il loro 730 precompilato, e molti altri ci si aspetta che lo faranno nei prossimi giorni, vale la pena ricordare come funziona il meccanismo. Molto semplicemente, per accedere alla propria dichiarazione dei redditi precompilata bisogna essere in possesso di uno Spid, di un pin Inps o comunque sia di un’identità che permetta l’accesso ai canali online del Fisco.
Dopo di che, una volta entrati in possesso del 730 precompilato, ci sarà tempo fino al 23 luglio per modificarlo, integrarlo e trasmetterlo in via definitiva: in questo lasso di tempo si possono quindi modificare dei dati già inseriti, cancellarne di altri o aggiungerne di nuovi. In linea di massima i dati inseriti nella dichiarazione precompilata sono legittimi ed esatti, in quanto frutto delle comunicazioni che organi e soggetti preposti hanno fatto all’Agenzia delle Entrate (come le spese sanitarie, comunicate al Fisco da farmacie, cliniche, ospedali e studi medici), ma per ogni tipo di evenienza ci si può far assistere da un Caf o da un professionista abilitato.